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lunedì 31 gennaio 2011

Chi è senza peccato, scagli la prima pietra!

Care amiche,
oggi voglio porvi una domanda.Secondo voi,è giusto che per le colpe dei genitori, paghino anche i figli?
Sono migliaia le donne rinchiuse in carcere costrette a doversi allontanare dai  propri figli, maggiori di 3 anni, mentre almeno un centinaio di loro crescono il proprio bambino dietro le mura di un istituto penitenziario, con la prospettiva della separazione al compimento del terzo anno d’età (nonostante la legge n. 40/2001 preveda il diritto agli arresti domiciliari per le mamme detenute già condannate se non esiste il rischio di recidiva e se hanno già scontato un terzo della pena). In Italia si contano 56 bambini in carcere con le loro mamme. Avete idea di cosa può generare in un bambino appena nato e fino ai tre anni di vita il carcere?E' una cosa buona e giusta mamme?Mi appello al vostro buon cuore...
Il carcere, anche il migliore, è comunque un luogo di grande sofferenza: provoca crisi d’identità, rende impotenti, umilia, indurisce gli animi e crea un forte sentimento di rabbia contro la società.
La questione dei bambini detenuti con la mamma e di quelle migliaia che entrano ogni giorno in carcere per incontrare i propri genitori dietro le sbarre rappresenta un tema di salute pubblica e responsabilità sociale che coinvolge tutti e ci indica che la prigione non interessa solo chi sta dentro ma anche chi sta fuori. Sono 750mila infatti i bambini che entrano ogni giorno nelle carceri europee per incontrare i propri genitori, 75 mila ogni anno in Italia sono separati da un genitore (o da entrambi) perché in galera, 4.500 nella sola Lombardia, secondo un rapporto Caritas, 2.500 secondo il Ministero di Giustizia.
Se il Disegno di legge n. 1814 (Proposta Bernardini) venisse approvato, finalmente si darebbe la possibilità sia alle madri che oggi sono in carcere con i propri bambini piccoli, sia a quelle che se lo sono viste portare via, di vivere accanto ai propri figli in apposite “Case Famiglie Protette” almeno fino ai 10 anni di età. Nonostante il Disegno di legge n.1814 goda del consenso trasversale di tutte le forze politiche, è fermo dal 2008 in Commissione Giustizia della Camera, nel silenzio e nell’indifferenza generale.
Oggi, allora, sento di dire a chi ancora lascia nell'indifferenza queste mamme e i loro figli, a chi punta il dito per punire i loro reati con il carcere duro, a chi colpevolizza i bambini per colpe imputabili ai soli genitori, a chi semplicemente se ne frega : "Chi è senza peccato, scagli la prima pietra!!!"
Buona giornata mamme, viva le donne!

sabato 29 gennaio 2011

I giochi ai nostri bimbi giochiamoceli bene...

Care amiche,
oggi voglio condividere con voi alcuni dati statistici sulla propensione degli Italiani ad acquistare giocattoli per i propri bimbi e sull'abitudine che si crea nei bambini a giocare con essi piùttosto che con noi.
Nel 2009, 1,4 miliardi di giocattoli  sono stati venduti nell'unione europea. Il 40% del tempo libero dei bambini italiani è trascorso con i giocattoli.
E veniamo al dubbio che puntualmente mi pongo a riguardo: questi giocattoli saranno sicuri?
Il 90 per cento dei giocattoli che trovate nei negozi italiani (e nei menu dei fast food) arriva dalla Cina, dove 9 aziende produttrici di giochi su 10 non rispettano le leggi su salari e condizioni di lavoro, e mi sono detta, figuriamoci se rispettano la sicurezza dei nostri bambini.
Cercando di chiarire questo dubbio, ho scoperto che Altroconsumo ha realizzato un'inchiesta sulla sicurezza dei giochi acquistati in negozi specializzati, ipermercati, supermercati e bancarelle: su 34 giocattoli acquistati in Italia e portati in laboratorio, ben 19 sono risultati pericolosi. Uno di questi era già stato segnalato al ministero dello Sviluppo economico nel 2004 (il Brio Stacking Clown): a distanza di 4 anni era ancora in vendita, nel totale disinteresse dei bambini.
Sono state eseguite prove di resistenza meccanica, per simulare i lanci e le tensioni a cui i bimbi sottopongono peluche e giochi in genere. A questi è stata aggiunta la ricerca di sostanze chimiche potenzialmente dannose per la salute, come formaldeide, cadmio, e solventi.
I rischi documentati in laboratorio vanno dal pericolo di rimanere con le dita intrappolate negli snodi e nelle fessure, alle sostanze chimiche, che possono essere inalate, succhiate, assorbite attraverso la pelle. E piccole parti che si staccano facilmente, col rischio di essere ingoiate.
Come potete notare un dubbio banale come il mio apre molti spunti che vorrei condividere con voi. Nel mio cercare ho imparato alcune cose:
1) In primis le 10 Regole per un giocattolo sicuro...
...Le trovate sul sito di Assogiocattoli oppure scaricando il seguente pdf http://www.assogiocattoli.it/files/comunicati_stampa_allegato_6.pdf
2) Che bisogna giocare di più insieme ai figli senza delegare tutto ai balocchi!!!
Costruire insieme la casa delle bambole, fare una partitella a pallone, cucinare o fare le cose di casa insieme,sono sempre occasioni di maturazione reciproca e non rubano chissà quanto tempo al nostro lavoro o alla nostra esigenza di tempo per noi. E allora giochiamo di più coi nostri figli esplorando e godendo la vita dal loro punto di vista, partecipando senza togliere loro il giusto spazio!
3) Che a costo zero, si possono realizzare giocattoli nel rispetto della salute dei nostri bimbi e che rispettano l'ambiente.
Perchè non realizzare la casa delle bambole per esempio in cartone,dipingendola come se fosse una casa vera insieme ai vostri bimbi durante il week? Basterebbe trovare in giro un cartone molto grande ed iniziare a sfruttare la sinergia con i vostri bambini per colorarla dei colori della vostra vita!!!
In tal modo produrreste due risultati, avrete giocato con i vostri figli nel rispetto dell'ecosistema.
Buona giornata mamme, w le donne!

giovedì 27 gennaio 2011

Parola magica Tagesmutter...

Care amiche,
avete perso o rinunciato al lavoro a causa della maternità?
Niente paura, Mom&Woman oggi vi aiuta a capire come si può trasformare un'esternalità negativa in positiva e la parola magica si chiama Tagesmutter o "nido famiglia".
Il modello è quello, già diffuso nei Paesi del Nord Europa, di una abitazione privata trasformata in un piccolo asilo, per accogliere fino a cinque bambini da zero a tre anni: l'imprenditrice, in questo caso, è la donna di casa, magari già educatrice o, soltanto, molto amante dei bambini, che desideri trasformare la propria passione in una professione.
Dopo il Trentino Alto Adige, dove il nido famiglia è già una realtà, la legislazione più all'avanguardia è quella della Lombardia dove, lo scorso anno, una delibera regionale ha disciplinato l'istituzione, che non richiede modifiche strutturali alla casa (necessario solo il requisito di civile abitazione) né il possesso di un titolo di studio specifico da parte della mamma, e che prevede orari flessibili per rispondere alle esigenze delle famiglie.La formazione delle «Tagesmutter» è soprattutto di tipo pratico: progettazione di attività ludiche, elementi di prevenzione e di primo soccorso, indicazioni sull'allestimento di spazi e attrezzature nella propria casa, gestione dei rapporti con le famiglie, principi di alimentazione per la prima infanzia e programmazione della routine e della cura quotidiana dei piccoli.
Fondamento pedagogico è l'educazione tempestiva vale a dire un'educazione «proiettata al futuro», che mira a sviluppare al massimo le potenzialità del bambino che, soprattutto nei primi anni di età, sono enormi: da quando ha otto mesi, il bimbo riesce infatti a imparare con estrema facilità ciò che, in seguito, gli richiederebbe sforzi e impegno. L'altro pilastro educativo è quello della pedagogia positiva, metodo che premia soprattutto i progressi e le piccole conquiste quotidiane, considerando il bisogno dei piccoli di ottenere attenzione e gratificazione da parte degli adulti. Per i bambini solo la mamma è la migliore maestra.
Se volete avere maggiori dettagli a riguardo scrivete a Mom&Woman e sarò bene lieta di comunicarvi gli strumenti di questa nuova imprenditorialità.
A lavoro mamme, viva le donne!!!

mercoledì 26 gennaio 2011

Ragazze madri o fantasmi?

"Sono coraggiose le donne,
ci costa caro, ma bisogna ammetterlo.
La fragilità? Solo uno stato culturale,
più che un dato biologico.
Sono forti e coraggiose, le donne.
Quando scelgono la solitudine,
rinunciando a un falso amore,
smascherandone la superficialità.
Sono coraggiose le donne, quando
crescono i figli senza l'aiuto di nessuno,
rivalutando l'ancestrale primato,
quello di essere mamme.
Hanno il coraggio di non chiedere
a uomini che sono anche padri,
la loro presenza,puntualmente assente.
Uomini che rifuggono le proprie responsabilità,
trincerandosi in comodi ruoli o paraventi
infantili di adulti mai cresciuti.
Sono forti e coraggiose, le donne,
quando a discapito di tutto e di tutti
scelgono i propri compagni; costruendo solide storie
spendendo patrimoni sentimentali, contro la morale comune.
Sono forti e coraggiose, le donne, quando sopportano,
violenze di ogni tipo, per salvaguardare quello che resta di famiglie,
che non son più tali
Sono la speranza del mondo, le donne, in qualsiasi
circostanza continuano a far nascere uomini,
che poi le tradiranno. " Bruno Esposito


Queste le parole di Bruno Esposito, per descrivere il coraggio delle donne.Oggi Mom&Woman vuole dare voce a donne che in Italia ne hanno davvero poca: le ragazze madri.Partiremo dai corsi e ricorsi storici fino ad arrivare ai diritti che le ragazze madri hanno oggi in Italia, il tutto per evidenziare il poco che c'è e magari lasciare uno spunto per considerazioni future.Il fatto che non se ne parli tutti i giorni al telegiornale, non significa che queste donne debbano essere abbandonate a se stesse o che siano fantasmi sociali.Oppure, il fatto che siamo sposate ed abbiamo avuto figli all'interno del matrimonio non giustifica il nostro menefreghismo a riguardo. Mi è capitato spesso di sentire frasi come :" Quella è una ragazza madre, poverina" e dopo il poverina più niente, argomento chiuso ed eliminato. Non è così che funziona e visto che siamo donne dobbiamo manifestare l'umanità che è dentro di noi, perchè se non  è capitato a noi non è detto che non capiti a una nostra figlia o nipote.Motivo per cui oggi ne parliamo e ne riparleremo affinchè qualcosa scatti nelle coscienze di tutti.  

Un pò di storia...
In Italia le prime leggi mirate a tutelare i diritti delle donne in difficoltà sono state emanate durante il periodo fascista. Mussolini, infatti, comprese che per ottenere il consenso del popolo doveva conquistare anche il cuore delle donne. Il primo passo compiuto è stata l’istituzione dell’ONMI, Opera Nazionale Maternità e Infanzia: organo deputato all’assistenza di madri e bambini, che offriva loro aiuti di tipo economico, alimentare, ma anche a livello medico e scolastico. Si occupava di controllare tutte le istituzioni che aiutavano e sostenevano le donne in difficoltà; aveva, inoltre, la possibilità di creare istituzioni con obiettivi affini e casse di maternità. Dal ventennio fascista ad oggi la situazione delle ragazze madri è migliorata, sono state emanate numerose leggi per garantire loro condizioni di vita migliori, ma ancora si è lontani dalla tutela completa dei loro diritti.Gravidanze non desiderate, abbandono da parte del compagno, precarie condizioni economiche della madre, questi e molti altri i motivi per i quali le donne si sentono ancora oggi trascurate dallo Stato italiano.
Fino al 1994 non esisteva nessuna legge che permetteva alle madri di mantenere l’anonimato in caso di mancato riconoscimento del bambino, per questo molte di loro preferivano abbandonare i propri figli per strada, commettendo quello che, probabilmente, è il reato più atroce esistente: l’uccisione, anche se indiretta, del proprio figlio.
La Corte Costituzionale il 5 Maggio del 1994 ha stabilito che “qualunque donna partoriente, ancorché da elementi informali risulta trattarsi di coniugata, può dichiarare di non volere essere nominata nell'atto di nascita.”
Nell’ottobre del 2008 è stato presentato dalla Fondazione Francesca Rava e da KPMG Italia il progetto “ninna ho”, che mira, anche questo come le leggi sopracitate, a bloccare il fenomeno dell’abbandono dei neonati. Patrocinato dalla Società italiana di Neonatologia, il progetto prevede l’installazione di culle termiche in cui le madri, che non possono o non vogliono partorire in ospedale, sono libere di lasciare il proprio bambino in una situazione di completa sicurezza senza alcun rischio per il loro anonimato.La situazione italiana, purtroppo, resta ugualmente grave: l’informazione non è stata ancora in grado di raggiungere tutto il paese e gli aiuti offerti dallo Stato non sono sufficienti. Ciò che le madri richiedono è, anche e soprattutto, un aiuto a livello economico per quelle donne che non vogliono abbandonare i proprio figli, ma che economicamente, socialmente e psicologicamente non posso fare altrimenti.
Nel resto dell’Europa le donne vengono aiutate notevolmente dal governo: in Francia, viene concesso loro un contributo fisso di circa 162 euro al mese, se invece la situazione della madre è difficoltosa lo Stato concede 700 euro; in Olanda le donne ricevono contributi mensili che vanno dagli 800 ai 1000 euro, e vengono aiutate anche per le spese scolastiche e mediche; in Inghilterra lo Stato concede una casa e il pagamento delle spese scolastiche, del vestiario e tutti i beni di prima necessità. In Italia ogni donna ha diritto ad un assegno di 1440 euro da richiedere non oltre i sei mesi dalla nascita del bambino; alle ragazze madri viene offerto un ulteriore aiuto che varia da comune a comune, il cui tetto massimo è di 300 euro.

I diritti...
Le ragazze madri hanno diritto a :
- un aiuto nella ricerca di una sistemazione in casa famiglia per il periodo di gravidanza e per la fase successiva alla nascita del figlio;
- un sussidio economico per il periodo successivo alla nascita del figlio.
- Se si è in possesso del permesso di soggiorno e non si ha nessun sostegno economico della maternità , si può chiedere al proprio Comune di residenza un piccolo assegno, per un periodo massimo di cinque mesi, per ogni figlio nato dal 1° luglio 2000 in poi.
- Se invece si stanno versando i contributi per la tutela previdenziale della maternità oppure sono stati versati in passato per un certo periodo, ci si può rivolgere all’INPS per chiedere un assegno di maternità . La domanda va presentata entro sei mesi dalla nascita del bambino.
- Le ragazze madri possono avere, attraverso i Servizi Sociali del Comune di residenza, facilitazioni per inserire il bambino nell’asilo nido. 

Come potete notare, sono ancora troppo pochi questi diritti, forse perchè nessuno ne parla e sicuramente le ragazze madri non hanno nemmeno il tempo materiale di scendere in piazza.Mi auguro che un giorno queste donne per noi non siano solo fantasmi, ma categorie fortemente tutelate dalla legge e dallo stato, perchè non si può pensare di crescere in civiltà senza tutelare chi ha il coraggio di portare avanti una vita senza alcun aiuto.

martedì 25 gennaio 2011

I bambini non hanno colore...

Ritornando al tema delle favole, credo che a prescindere dalla realtà bella o brutta che sia, siano uno strumento molto utile per la crescita dei nostri bambini.
Sapere la favola di Cappuccetto Rosso, oppure quella di Cenerentola è anche un fatto culturale, anche se non è di vitale importanza.
L'esercizio che provo a fare con Rebecca, è quello di inventare favole sempre nuove e diverse che possano essere intercalate nella realtà.
Ve ne racconto una:
"Su un pianeta chiamato MONDO, vivono tanti bambini illuminati da un unico sole.Il pianeta è diviso in cinque zone. La più illuminata si chiama AFRICA, lì i bambini hanno la possibilità di giocare e correre con tutti gli animali più belli del mondo,respirare aria pulita ed avere il cielo più azzurro dell'azzurro del mare.
Essendo un posto così vicino al sole, questi bambini sono anche molto più abbronzati degli altri e quindi sempre molto belli e alla moda.
La seconda zona si chiama EUROPA, purtroppo non è così vicina al sole come l'Africa, addirittura in certi posti piove sempre ed il sole non è così caldo.I bambini lì riescono poco ad abbronzarsi ed appaiono per questo "bianchi".Non sempre possono correre e giocare perchè questa zona è piena di case e palazzi, di macchine e di industrie motivo per cui anche l'aria non sempre è così profumata come in Africa. Per questo in Europa i bambini giocano spesso in casa con i giocattoli.
La terza zona si chiama AMERICA, qui ci sono bambini abbronzati se si va a sud e bambini bianchi se si va a nord, sempre perchè dipende tutto dal sole.In America, puoi trovare quello che si trova in Africa e quello che si trova in Europa in misura molto più grande però.Per esempio le case sono grattacieli pieni di luci e i giocattoli sono molto più tecnologici. I bambini in  America mangiano cose strane come burro di arachidi e hot dog e per questo sono soggetti ad ingrassare un pò.
L'ASIA è la quarta zona qui ci sono davvero tanti ma tanti bambini, che hanno gli occhi a forma di mandorla e siccome sono illuminati dalla faccia orientale del sole hanno un'abbronzatura dorata quasi giallina.In Asia mangiano tanto riso e a volte pesce crudo. Sono bambini molto intelligenti e bravi a costruire tutto quello che si trova in Europa, in America e in Africa e poi capita anche che a volte vendano in tutto il mondo quello che fanno.
L'AUSTRALIA è la quinta zona, bella come l'AFRICA, piena di luci come L'AMERICA, a volte puoi trovare qualche bambino con gli occhi a mandorla come in ASIA e tanti giocattoli come in EUROPA.Ci sono animali come il canguro ed il koala che solo in Australia si possono vedere e con cui si può giocare sempre.
Tutti i bambini del mondo si conoscono e sono amici.Quando è il compleanno di un bambino in Africa, i bambini europei gli portano in dono qualche giocattolo, i bambini americani il burro di arachidi e qualche hot dog per la festa, quelli asiatici qualche gioco tecnologico che si può fare al computer,e gli australiani se riescono a farlo passare in aereoporto qualche canguro piccolo con cui salterellare in giro.
Ma niente è più bello e divertente di quello che organizza il bambino africano per i suoi amici: un bel gruppo di zebre per correre più veloce della luce in mezzo a tutti gli animali più belli del mondo, respirando l'aria più pulita del pianeta, sotto il cielo più blu dell'azzurro mare."

 
Al di là delle infinite favole che potete inventare, ci sono dei siti fatti molto bene per leggere favole moderne ai vostri bambini.
Ve ne indico due: http://www.ilnarrastorie.it e http://www.favole.org
Buona giornata a tutte le mamme, viva le donne!!!

lunedì 24 gennaio 2011

Mamma, che favola è la realtà?

Care Amiche,
oggi vi chiedo, che favola dobbiamo raccontare ai nostri figli/e affinchè siano pronti ad affrontare la realtà?
Quando ero piccolina, ricordo che mia mamma e mia nonna, mi raccontavano diverse favole per farmi addormentare e con queste ho imparato il primo senso dell'etica.
Le favole racchiudono l'idea che la vita sia in realtà più semplice di quanto non la si immagini, o meglio, aiutano a credere che dentro di noi possediamo tutti gli strumenti utili per affrontarla, in particolare quando, inevitabilmente, ci presenta le sue difficoltà.Crescere è un compito che richiede impegno e tante risorse; in queste condizioni le favole ci insegnano a non cadere mai nella disperazione, perchè ci ricordano che ci sono sempre opportunità e risorse impreviste che entrano in gioco proprio nei momenti in cui l'eroe è sul punto di sentirsi sconfitto.
La morale della fiaba è che si può riuscire in qualsiasi situazione!
La non negazione del "male" e dell'ombra insegnano, soprattutto, che il bene e il male, sono due qualità presenti in ogni essere umano e che, proprio queste due qualità, sono il filo conduttore e la causa della maggior parte delle sfide e delle lotte che nella vita si susseguono.
La favola insegna quanto sia seducente ed attraente il "male" poiché questo è sempre rappresentato da qualcuno o qualcosa di molto potente, abituato ad usare i suoi poteri con maniere subdole, (la strega, il drago, l'orco, il serpente, ecc.). Nelle fiabe troviamo spesso gli usurpatori che "rubano" il posto che spetterebbe di diritto all'eroe; e quando troviamo queste situazioni la conclusione, ci offre la morale, sempre chiara, che il "crimine", di fatto, non paga, perchè alla lunga chi rappresenta il male è un perdente.
La morale è molto forte, non perchè l'eroe risulta vincente, bensì perchè la vita dell'eroe, (il bene), alla lunga è molto più attraente di quella del suo antagonista, (il male), in questa situazione ci identifichiamo con la capacità di lottare e con il coraggio che l'eroe mostra.
E così sono cresciuta pensando che il bene vince sempre,che le persone in fondo sono tutte buone e che quando si lasciano vincere dal male è solo per debolezza o tentazione, che nella vita tutto è possibile se lo si vuole, che non esistono mostri che non si possono perdonare. Oggi invece mi trovo in una realtà molto più piena di orchi rispetto agli anni in cui sono cresciuta e sono tutti orchi che non riesco a perdonare e da cui voglio che mia figlia stia lontana, perchè non sempre nella vita potrò essere io a proteggerla.

"Bambina di 10 mesi, di San Felice Circeo, e’ stata ricoverata d'urgenza all’ospedale Gemelli di Roma per diverse e gravi contusioni sparse su tutto il corpo. Su questa vicenda ai limiti dell' incredibile e’ stata aperta un’inchiesta da parte della Procura di Latina. L'indagine e'stata avviata sulla base di un rapporto (obbligatorio) dei medici: la bimba presentava pesanti segni di percosse. Al momento, ancora non e’ stato accertato il luogo e le motivazioni delle percosse. Per questo motivo i genitori, separati e che si dividevano la gestione della bimba, sono stati interrogati dai carabinieri. Ascoltato dai militari anche il nuovo compagno della mamma. La donna avrebbe dichiarato ai carabinieri che la bimba ha passato il sabato con il padre."

Questa bambina ha l'età di mia figlia e non sapete quanto mi ritengo fortunata che Rebecca, è ancora troppo piccola per chiedermi: "Mamma, ma questa che favola è?"

sabato 22 gennaio 2011

Oggi voglio dare i numeri...

Care amiche,
per dare i numeri non è detto che bisogna essere pazze!Quando ero universitaria, la frase più gettonata era:"Professore il senso è questo, ma i numeri sinceramente non me li ricordo"...Ed invece i numeri servono a capire e ad avvalorare testimonianze come quella di Rosa. Ci sono numeri che dovrebbero entrarci bene in testa, perchè ci rappresentano e non sono un semplice dato di fatto da tralasciare e trascurare perchè in tv c'è il Grande Fratello o tutte quelle belle trasmissioni che distolgono l'attenzione dai problemi reali del Paese.
In Italia una donna su due è fuori dal mercato del lavoro. Una recente ricerca di mercato datata 7/12/2010 condotta dall’Eurostat (Ufficio Statistico delle comunità europee), dimostra che il 35.5%  delle Italiane non ha un impiego.
Diversa la fotografia scattata nel resto d’Europa, dove la media della percentuale delle disoccupate è del 22.1%.
Secondo Eurostat tra le cause principali dei dati relativi all’Italia c’è la “cura della famiglia“. Le donne italiane appaiono al resto del mondo più madri e casalinghe che donne in carriera. In controtendenza rispetto a questo dato l’Italia ha, allo stesso tempo,uno dei tassi di natalità più bassi del vecchio continente (9,6 bambini per mille abitanti, rispetto alla media Ue di 10,9).
Uno studio presentato dalla Commissione europea la scorsa estate sui sistemi educativi dei 27 Paesi membri e condotto da “Eurydice”, rete europea d’informazione sull’istruzione, e sotto il coordinamento dell’Education, Audiovisual and Culture Executive Agency (EACEA), rivela come nel nostro paese siano ancora forti le discriminazioni sessuali nell’istruzione scolastica e come non si stia facendo quasi nulla per contrastarle.
In parole povere, un sistema scolastico sessista non può che produrre una società sessista. Secondo gli esperti, sono proprio gli stereotipi legati al genere che influenzano la possibilità di fare carriera in certe professioni.
E’ quella che in gergo viene definita “discriminazione verticale” che  in Italia tocca tutti i settori, a partire dalla presenza delle donne nel parlamento italiano. Con le elezioni 2008 la presenza femminile a Montecitorio ha raggiunto il 21% e a Palazzo Madama il 18%. Il dato sembrerebbe incoraggiante se non fosse che il numero di commissioni con presidente o vicepresidente donna è identico alla legislatura precedente, rispettivamente 2 e 6.
Fatte salve alcune eccezioni, tutti i Paesi europei hanno messo in pratica politiche per la parità tra i sessi nell’istruzione o intendono dotarsene al più presto. Tra le poche eccezioni, in compagnia delle repubbliche ex-sovietiche come Estonia, Polonia, Ungheria e Slovacchia, figura proprio l’Italia. Alcuni Paesi si sono impegnati nella lotta alle discriminazioni di genere (Francia, Lussemburgo, Lituania), altri hanno preferito affrontare i diversi rendimenti scolastici tra maschi e femmine (Romania, Danimarca, Galles), altri ancora hanno cercato di aumentare il numero dei presidi e direttori donna (Lettonia, Cipro e Norvegia). Il Belgio (parte fiamminga) e l’Inghilterra hanno addirittura intrapreso tutti e tre gli approcci. In Italia ancora poco è stato fatto in tal senso. L’Italia è classificata dallo studio tra quei “Paesi sprovvisti di politiche sostanziali in materia di parità tra i sessi nel campo dell’istruzione”.
Le notizie non migliorano per quanto riguarda l’orientamento professionale: ragazzi e ragazze continuano a scegliere lavori che rispecchiano i tradizionali ruoli di genere, tanto che alcune professioni continuano a rimanere tabù per le donne.
Care amiche questi numeri devono cambiare, per i nostri figli e le nostre figlie affinchè vivano in una società non classista, dove le donne soprattutto se madri devono poter occupare ruoli alti in ogni ambito lavorativo e sociale, perchè una mamma spesso gestisce più carichi di un manager d'azienda e li gestisce senza insuccessi con coscienza ed amore. Mi piacerebbe un domani non sentir più dire "Sono fortunata ad avere avuto un figlio maschio, perchè sarà più facilitato nella vita", e soprattutto mi piacerebbe non pensare che la persona che lo sta dicendo ha pienamente ragione. 
Non restiamo impassibili a guardare, come se non stesse succedendo a noi, facciamo sentire la nostra voce, i nostri diritti di donne e di mamme...Quello che è successo a Rosa, alle operaie della Omsa e a tante altre che magari non hanno avuto ancora voce non deve essere la normalità, parliamo di questi temi, forse non cambieranno subito le cose ma almeno non resteremo solo numeri...

venerdì 21 gennaio 2011

...Riprendiamoci la dignità...

Care amiche,
oggi mi è giunta la testimonianza di Rosa su una tematica purtroppo ancora poco affrontata sia in politica che a livello sociale: Le donne e la loro dignità nella lotta per mantenere un posto di lavoro per se stesse e per i loro figli...
Lascio pertanto alla sua testimonianza tutto il posto che merita e mi auguro che possiate dare il vostro contributo e dire la vostra per iniziare a operare un cambiamento anche se piccolo di una realtà che si fa per noi sempre più amara... Non rassegnamoci, riprendiamoci la nostra dignità...


"Mi chiamo Rosa Giancola ,sono un operaia della Tacconi Sud.
Questa è la seconda notte di presidio all’interno della fabbrica. La prima è passata in bianco con lo sguardo sempre verso il cancello per paura di uno sgombero con la forza. Insieme a me le colleghe, qualcuna parla con il figlio più piccolo, e solo come una mamma sa fare spiega a quest’ultimo il perché  “la mamma non dorme a casa stanotte”. Si salutano dandosi il  bacio della buonanotte per telefono.
Non avevamo mai ascoltato la nostra fabbrica di notte; un silenzio irreale avvolge il luogo dove ogni giorno per 19 anni abbiamo lavorato e condiviso le nostre vite. Siamo qui nella speranza che questo gesto pieghi  l’incuranza e la strafottenza del nostro datore di lavoro ai suoi doveri  di persona per bene! Siamo quì nella speranza di non essere dimenticate! Per ricordare a tutti che le donne in questo Paese non sono soltanto escort e veline! Per ribadire a tutti gli economisti, se ce ne fosse bisogno, che il reddito familiare italiano si regge anche sull’enorme sacrificio che ogni donna  in silenzio dona al PIL di questo Paese e non in mirabili e soddisfacenti professioni! Ma in lavori pesanti e spesso dimenticati.
Le donne che lavorano, quale posto occupano nel sentire comune?è difficile rispondere , a noi sembra di essere solo l’ennesima storia di “futura disoccupazione”, e in fondo ci rendiamo conto che quando è una donna a perdere il lavoro, questa perdita è avvertita come una “perdita minore”, di fronte a tanti “padri di famiglia” che restano disoccupati, in fondo le donne possono  arrangiarsi, legate al destino delle “scelte femminili ”. Perché una donna “sceglie di lavorare” diversamente da chi ne ha diritto a  prescindere.
Riflessioni notturne le mie, mentre penso se riusciremo a resistere, se e per quanto tempo non  sarà stato inutile tutto  questo.
Affido queste righe a  fb, che dedico soprattutto alle mie colleghe.

Rosa Giancola"


A voi e al vostro buon cuore tutte le riflessioni del caso...
Grazie Rosa per aver condiviso questa amara esperienza con Mom&Woman, hai tutta la mia stima e considerazione...

giovedì 20 gennaio 2011

L'inaspettato...

Carissime amiche,
sono contenta di aver ricevuto tanti apprezzamenti su questo blog ma vorrei con tutto il cuore che non lo consideraste solo il mio blog ma anche il vostro. Mom&Woman nasce per voi ed è solo attraverso il vostro contributo che può sopravvivere. Quello che vorrei è che si creasse un cerchio di solidarietà tra donne per aiutare e sostenere altre donne in difficoltà. Parlo volontariamente di donne e non esclusivamente di mamme perchè l'essere mamma è uno stato dell'essere donna di ciascuna di noi. Non è detto poi che per avere un cuore di mamma sia necessario partorire dei figli, Madre Teresa di Calcutta ne è un esempio. Era una madre di uomini, pur non avendo partorito nessun figlio dal suo grembo. Mi piacerebbe che l'esempio di Madre Teresa giovasse a tutte le donne che non hanno avuto figli o che lottano per averne, affinchè non si sentano sole nel loro cammino ma continuino ad amare e sperare. Ci sono tante madri che abbracciano e crescono vite partorite dal grembo di altre attraverso l'adozione e sono mamme nel vero senso del termine. Mom&Woman vuole dare voce quindi a tutte le donne, in un contesto sociale in cui di voce in capitolo le donne ne hanno davvero poca. Questo blog, contrariamente ad altri, non è un copia ed incolla di notizie sparse nel web, Mom&Woman è un blog di testimonianze, di emozioni, di sensazioni, di contenuti personali, rappresenta tutto ciò che siamo e saremo, tutto ciò che vogliamo per noi e per i nostri figli, le nostre lotte per una società migliore e meno maschilista, la nostra tenacia nel mantenere il posto di lavoro dedicando comunque tempo ai figli oppure più semplicemente i nostri sorrisi quando incrociamo le faccine buffe dei nostri bimbi mentre cercano di gattonare oppure di parlare. E' per questo che vi dico: "Scrivete, commentate, alimentate con le vostre emozioni questo blog, nella certezza che potete essere d'aiuto a tante donne che nel leggervi magari troveranno sollievo". Se volete pubblicare la vostra esperienza di mamme oppure semplicemente di donne, se volete chiedere supporto ad altre mamme, se volete sollevare delle tematiche poco affrontate ma che afferiscono alla vostra quotidianità, Mom&Woman è il posto giusto per farlo, inviatemi una mail dal blog e sarò ben lieta di pubblicarla.

A mia figlia Rebecca


Mom&Woman è interamente dedicato a mia figlia Rebecca, ma è anche dedicato a tutte le mamme e ai loro bambini affinchè vivano i momenti magici della gravidanza, dell'allattamento e della crescita dei loro figli con serenità e amore...

Ebbene sì mia figlia mi ha cambiato la vita, mi ha trasformato e mi fa essere tutti i giorni migliore.Vivo la sua nascita come un dono e ringrazio Dio di ogni momento che passo con lei.
La mia gravidanza è stata ritenuta dai medici una gravidanza ad alto rischio per me e per la bambina, ed ho vissuto con poca serenità tutto, soprattutto perchè non era chiaro come sarebbe andata a finire. Lascio immaginare le mie preoccupazioni e le mie ansie ma non mi è passato mai nemmeno lontanamente per la testa di interromperla o di lasciarmi vincere dalla paura. Ho lottato per me e per Rebecca, ho sperato, pregato e amato sempre di più e alla fine oggi posso dire di aver vinto...Ecco perchè questa vuole essere una testimonianza di gioia per tutte quelle donne che pensano di non farcela o si sentono angosciate, che si sentono stanche o svuotate, che hanno perso il lavoro a causa della maternità, che vorrebbero avere un figlio e magari non ci riescono, o che più semplicemente non sanno cosa cucinare ai loro bimbi durante lo svezzamento o se è corretto l'acquisto del girello...Insomma questo è un posto dove tutte potete leggere e tutto potete chiedere...perchè non c'è nulla di più grande che condividere il proprio vissuto, le proprie gioie e la propria anima per far vivere con maggiore consapevolezza e serenità momenti unici ed irripetibili come la nascita di un figlio...
Vi lascio con le parole che ho scritto a mia figlia mentre era ancora in pancia...
BuonaGiornata a tutte!!! 

A Rebecca

Abbi il coraggio delle idee, di andare oltre...

Diffida di chi è buono solo a giudicare te e non giudica prima se stesso e di chi ti dice cosa devi o non devi fare senza darti il buon esempio.

Pensa a te, a ciò che ti fa stare bene, perchè chi ti ama veramente non è egoista e rispetta le tue scelte. 

Cerca i tuoi sentieri di luce sempre con uno sguardo umile, attento e fiducioso verso il tuo prossimo. 

Sposa le cause dei più deboli anche quando tutti propendono verso quelle dei più forti.

Anche se dovessi diventare il Presidente della Repubblica non dimenticare mai che ciò che hai e che sei ti è stato dato in dono da Dio e per questo devi condividerlo con chi non ha avuto le stesse tue grazie.Sii umile.

Scegli sempre la verità e rifuggi dalla falsità, perchè la verità è l'unica cosa che ti renderà libera.
Allontanati sempre dalla cattiveria soprattutto se dovesse annidarsi fra amici o parenti, perchè nulla la giustifica. Tu contraddistinguiti sempre per bontà e generosità.
Non avere mai paura perchè la paura rende sempre schiavi di qualcosa o qualcuno.
Ricorda che nella vita a tutto c'è rimedio, quindi non sentirti mai disperata. Fermati solo un attimo a riflettere e troverai la soluzione.
Se qualcuno ti delude, tu non fermarti e vai avanti per la tua strada.Niente e nessuno possono cambiare la bellezza del tuo essere.
Ricorda che prima di essere mia figlia, sei figlia di Dio. Fa parte del mio ruolo di madre amarti e crescerti. L'unico dovere che hai nei miei confronti è quello di essere felice.Non sentirti, pertanto, mai vincolata alle mie necessità e vola libera ovunque il tuo cuore ti dica.
Il mondo è così bello Rebecca, devi coglierlo in tutte le sue forme e dimensioni nella certezza che io sarò sempre con te ad amarti dell'amore di Cristo a prescindere da quello che farai, sarai e dirai o da dove andrai. Sarò con te sempre perchè tu sei la mia anima e l'anima non muore mai.
Mamma

mercoledì 19 gennaio 2011

Mom&Woman

Benvenute mamme, viva le donne!!!
Oggi nasce Mom&Woman, un mondo di informazioni, di emozioni e di curiosità per mamme e neo mamme.
Ogni mamma è prima di tutto una donna con le proprie emozioni, il proprio vissuto, i propri interessi, il proprio lavoro...Per essere buone madri non è necessario annullarsi come donne, per essere buone madri è necessario prima di tutto stare bene con se stesse per dare la giusta serenità ai propri bambini.
Mom&Woman aiuta a trovare la giusta serenità per affrontare la gravidanza, l'allattamento e i primi anni dei nascituri senza però trascurare la sfera psicologica e la gestione del tempo per se, per la famiglia e per il lavoro.
Mom&Woman vuole dare una risposta a tutte le neo mamme che si sentono in qualche modo sole, preoccupate, piene di dubbi o perplessità attraverso l'aiuto di altre mamme che mettono in rete la propria conoscenza ed esperienza.
All'indirizzo e-mail presente nel blog possono arrivare tutte le domande nella certezza che per ciascuna ci sarà una risposta, un aiuto oppure semplicemente la condivisione di una gioia o di un avvenimento lieto con tante altre mamme.